L’eroe desiderato
I bambini
Vedono
Sentono
Ingoiano
Odorano
Ogni scheggia di sopruso
Che il padre commette.
Occhi impauriti
Orecchie tappate
Cuore in tumulto
Mente che non comprende.
I pensieri viaggiano nel buio
Chi è questo mostro a due teste e 4 braccia?
Pauroso,
non mi lascia dormire.
Mamma alza la voce
Chiede scusa
Poi i cocci si infrangono sui muri
Mamma piange
Vorrei una spada da eroe
Per difenderla
Ma non so quale testa affrontare e quante braccia recidere
La coperta di Superman mi nasconde
Mamma chiude a chiave
Sono al sicuro
Ma lei combatte.
Arriva il giorno
Macchie viola piccole grandi
Le coprano braccia e corpo
Mi racconta che è caduta.
Mi dice sempre di ricordare che sono un bravo bambino.
Io so
So che mamma non sorride
So che non va bene
So che papà talvolta ha due teste orrende,
E con le sue braccia arriva
Sempre ovunque.
Da grande eliminerò
La testa cattiva.
Sarò il super eroe che mamma racconta.
Per ora tremante
Arrabbiato
Confuso
Dubbioso
Faccio finta
Di essere morto
Come mamma mi sussurra
Di fare
Quando
torna due teste.
Un giorno getterò la chiave.
Ricomincio
C’è un mondo intorno a me
Che non vedo,
che non sa
e mi guarda a distanza.
Aspetto
torni la dignità, la mia.
Aspetto che
gli sguardi cambino,
Che non ci sia pietà
o buonismo ma solidarietà.
Aspetto che le emozioni
in pancia violate e furiose
lascino posto
alle farfalle.
Non so se faranno
ancora parte di me.
Lo sguardo vede
solo cemento
quello che sento dentro.
Cementata nel mio dolore
della mia privazione.
Privata della libertà,
la mia,
quella di essere donna.
Esuberante
estroversa
sensibile
simpatica
prorompente
disponibile
socievole
accogliente
attraente.
Attraente perché intelligente
Accogliente come donna sensibile
Socievole perché fiduciosa
Disponibile come donna solidale
Prorompente
perché la vita è da vivere.
Simpatica per come
si condivide il sorriso
Sensibile perché empatica
Estroversa come
esternazione importante
Esuberante perché essere frizzanti e briosi carica l anima
E non perché
mani sudicie e viscide
potessero permettersi
di prendere e prendermi qualunque parte mi componesse.
Sono stata destrutturata.
Sono un insieme di pezzi scollegati,
le tessere sono prive
di margini di connessione.
Il mio corpo
come materiale
che ha subito un urto violentissimo,
ma non c è stata resilienza.
Mi resta un mondo intorno
Su cui non voglio
affacciarmi,
Non finché non mi
verrà ridata la mia dignità,
non finché
lo stato delle cose
permetterà ad un violento sudicio e vigliacco
di frugare nel mio essere,
Trafugando la mia libertà
di essere donna.
Non finché la bellezza
dell esser donna
verrà cancellata
da atti brutali.
Esistono poi i sensi di colpa
Per essere chi sono.
Lasceranno posto
ad un cenno di speranza?
Guarderò la mia anima riflessa
Ma non so se tornerò ad amarmi. La sconfinata rottura di me
Perdura nel tempo.
Per ora resisto.